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Senza titolo

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Se potessi solamente dirti cosa penso di quello che mi sta succedendo ti direi di andartene dalla mia testa. Tutto quello che ho cercato di costruire in anni e anni è come se non ci fosse più e io non so ancora, dopo anni, farmene una ragione. Che senso ha avuto che io stessi anni a Bologna a cercare di ricrearmi una vita e una cerchia di persone se sono di nuovo al punto di partenza? Che senso ha avuto? A pensarci, ancora oggi dopo quasi 10 anni sento dolore. Che senso ha quello che sto facendo ora con quello che ho studiato per anni ? La vita davvero ha molta più fantasia di noi. Ho dato sempre troppo peso ai rapporti con le persone, a curarli in modo quasi sacro e sono rimasta con poco o nulla in mano. La imparerò mai questa lezione? Mi sono praticamente svuotata il cuore a furia di darlo ad altri. È rimasto qualcosa di me nelle persone che ho incontrato? Non credo. Ho imparato a lasciare andare? Forse sì. Perché tutto quello che costruisco col tempo si distrugge?

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Il tempo che credevo perso.

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E sicché sono ritornata qua. Sono passata da qui come si passa da una vecchia casa a vedere che tutto vada bene, soffermandoci a sfogliare magari qualche pagina di libro che troviamo in giro, che fa ricordare di episodi passati ma che ancora magari ci fanno sorridere. E senza saperlo, nello scrivere queste righe, riordino tutte le parole che ancora non sapevo che fossero qua da qualche parte ordinatamente sparse. Perchè come al solito scrivere per me è far nascere dalle dita e vedere fisicamente quello che non ho capito o di cui non ho saputo parlare, è come dare un’altra occasione al tempo che credevo perso.

 

 

 

Spazio bianco.

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Che bello ritornare qui, mi mancava questo posto, questo spazio bianco e vuoto, silenzioso e assordante un po’ come il mio rapporto con te. Ogni volta che torno qua davvero non sono più la stessa persona di prima e forse questo da una parte mi spaventa. Non so quante volte ho scritto righe su righe e poi ho cancellato tutto.

Forse perché mi sono persa e, quando succede che si perde la strada le situazioni possono essere due: O ci si ferma pensando a quale sia il modo per tornare indietro, oppure si inizia a correre, con il solo pensiero di non fermarsi. Però quando poi ho capito che dove ero rifinita era un posto che non era il mio,  comunque dovevo andare avanti.

Ed eccomi qua, non è facile trovare parole per parlare di questo, di quanto mi manca girovagare per la mia città rossa, di quanto mi manca la gioia di mollare tutto e partire, o di poter solamente ridere insieme a te.

In India si dice che il tempo è un cerchio e che nulla si distrugge ma tutto è trasformato in qualcosa di nuovo e migliore, e mi piace pensare che tutto il nostro caos e il nostro perdersi sia solo il nostro modo di cercare di andare dritti e che quindi anche tutte queste pause come in una musica possano avere un senso.

Che tu abbia una buona storia.

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Era tanto che le parole non arrivavano a nascermi dalle mie dita, era tanto che non riuscivo a leggermi, semplicemente a capire come trasformare in parola mille pensieri.

E pensavo che forse era tutto troppo aggrovigliato e poco chiaro da non renderlo comprensibile nemmeno a me.

Non capisco  come mai quando parlo con alcune persone queste mi ringraziano dicendo che le ho aiutate a capire qualcosa che loro non riuscivano a vedere. Io, che danzo con il mio caos costante, come posso aiutare qualcun altro a capire quando io per prima non trovo la mia, di strada?

Pensandoci bene però credo che niente di quello che esiste possa esserci senza un pò di caos dentro, senza una piccola rivoluzione, nulla nasce da qualcosa di troppo perfetto.

E poi è importante nella vita quanto siamo composti e seri?

Credo che sia importante quanto siamo seriamente pazzi o seriamente felici, credo che sia importante riuscire a raccontare una storia attraverso quello che facciamo, una storia che non è sempre come vorremmo, ma é la nostra.

Non cerco e non mi riesce essere una persona inquadrata o inquadrabile, ed è forse per questo che non riesco a legarmi troppo, forse perchè devo ancora perdermi un pò per capire in che direzione ritroverei la mia strada e quale possa essere giusta tra le tante.

Non si sa mai chi si può incontrare sul nostro percorso, e talvolta è dalle persone più disparate e più insolite che si possono avere le più belle parole, l’importante è essere pronti a donarle e a saperle ricevere.

Che tu abbia una buona storia da donare, e che con coraggio tu la sappia raccontare.

Desideri appesi.

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Quando non scrivo niente è perchè evito di pensare a trovare un senso a quello che mi succede.. altrimenti impazzirei credo.

Si raggiunge un sogno se si hanno le palle di andargli incontro, anche a costo di trovarsi mille ostacoli davanti, anche a costo di non essere capiti, perchè è il nostro sogno. Perchè ci è nato dentro e noi ci siamo rinati dentro di esso.

Perchè mi dà la forza di pensare che le cose possono cambiare. Ho imparato a capire molte cose da sola. Posso dire che di sicuro tante cose che mi hanno fatto soffrire mi hanno cambiato ma anche tante cose belle lo hanno fatto.  Forse avrei voluto qualcosa di diverso.

Avrei voluto poterti dire mi manchi senza temere che per questo tu non saresti stato qui.

Fino al punto che poi, ho deciso di prendere la mia strada, guardando avanti, non avendo paura di camminare da sola. E mi sono messa a correre, incontro a qualcosa che non capivo nemmeno cos’era, un caos che non conoscevo ma in cui mi ci riconoscevo.. Lottare per qualcosa che vogliamo credo sia il più primitivo inno alla vita perchè un sogno non ti molla, ti mangia dentro. Non importa quanto sia deserto intorno a te.

Forse avrei voluto un qualcosa di diverso. Forse avrei voluto continuare a studiare, a prendermi finalmente del tempo mio, per dedicarmi a quello che ho sempre voluto fare, vedere il mondo.

Ma mi sono dovuta scontrare subito con una realtà ben diversa,  nonostante la mia testa sia sempre in posti lontani e stupendi, ciò che avevo davanti era tutt’altro. E’ dura quando devi mettere da parte il tuo sogno e iniziare tutto da capo.

Ti rimetti in gioco, prima di tutto te stessa, ma tutto si genera e tutto si trasforma nel mondo, nulla scompare, tutto si reincarna in qualcosa di diverso ma non sparisce. E’ forse adattandosi al cambiamento che ci si conosce, ci si scopre fatti di molti lati diversi anche se il nostro piccolo grande desiderio è ancora lì in attesa. Sappiamo che non ci lascia mai.. almeno lui.

Uno splendido lunghissimo giro.

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Faccio dei giri lunghissimi prima di ritornare qui, e ogni volta, non sono la stessa di prima.

Avevo molto più tempo per scrivere prima, forse perchè facevo una vita completamente diversa da quella di adesso. Ho cercato per tanto tempo un’ occasione per poter fare qualcosa per gli altri e  mi si è presentata nell’ultimo posto dove credevo fosse possibile, nel mio paese. Bellissima esperienza l’accoglienza verso le persone, non c’è dubbio che si riceve più di quello che si dà, ma è come se stessi osservando la vita di qualcun altro da un finestrino del treno, e posso dire che è bella da vedere ma non è la mia. Tutto il mio percorso all’università, tutta la gioia e il dolore passato doveva portare a questo?

Ci penso spesso, quando mi ritrovo ad ascoltare le storie dei ragazzi accolti in paese, o quando mi ritrovo a scherzare con loro o a cercare di aiutarli ad imparare l’italiano. Non si sa mai dove ci porta la vita, non ci pensavo  che dopo aver studiato sempre sui libri avrei dovuto imparare velocemente ad aiutare a  prendermi cura nel miglior modo possibile di un gruppo di ragazzi africani. Non sono cose che si imparano da un libro, si imparano dal farle, senza chiedere nulla in cambio ma ricevendo tanto ugualmente. Ma era questo che mi stava aspettando dietro a quel mare di libri? Mi capita spesso di dover raccogliere i vari pezzi del tempo che mi è successo e cercare di capire se c’è un senso in tutto questo.

Ma poi vedere il loro sorriso mi dice che forse, da qualche parte un qualche senso c’è.

Che sia delicato come un ciao.

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Ciao. Volevo dirti che sono felice che sei di nuovo in giro, perchè so che sei felice. Mi ricordo quando dicevi che l’unica cosa che aspettavi era “partire per il mondo”, guardarlo, girarlo. Conosco questo tipo di felicità perchè anche io trovo una mia pace, serenità ad essere in viaggio, e devo dire che diversi posti li ho guardati attraverso quello che hai guardato tu. Ricordo come se fosse ieri la tua India, la tua emozione che traspariva dalle tue mail, le foto, il tuo reggae, la tua Turchia, la mia troppa voglia di vederti. Io mi sono sempre sentita la persona più felice di questo mondo al pensiero di te e non ho mai capito da dove fosse spuntata all’improvviso tutta questa gioia, come facevi a farmi stare così bene.

Dopo tanto dolore, intravedevo un pò di felicità, ma siccome era troppo troppo bella per essere vera, non mi sono fidata subito.. ho aspettato, ma nonostante fossimo lontani, io ho sempre fatto un passo verso di te, e tu verso di me.  Poi, dopo aver avuto il dolore di perdere persone a cui volevo bene, e senza un motivo reale, guardavo te e ti pensavo una persona diversa, in te vedevo qualcosa  di vero, che fino a quel momento non avevo trovato in altri. Ti mostravi solo per quello che eri, e io non mi sono fidata all’inizio perchè pensavo che se tu eri davvero cosi come ti mostravi sarebbe stato troppo bello, saresti stato la felicità. Ma è successo che mi è stato fatto del male proprio da persone cui avevo voluto più bene, io nell’amicizia ci credo e quando mi fido di qualcuno, non ho difese e, se vengo colpita, non ho maschere con cui ripararmi. Perchè dovrei sempre stare sulla difensiva nel timore che le persone mi colpiscano alle spalle? Come si può vivere cosi?

Ho fatto l’errore di dire dentro di me, io, per questa dannata volta, di te mi voglio fidare.

E chissà, forse i miei occhi erano troppo sinceri, in qualche modo, anche se non te l ho mai detto, tu hai visto che ero troppo legata a te,

e sei scappato senza dire una parola.

Immagina se al mio posto tu ci fossi stato te. Vedi, nonostante questo, siccome questa faccenda era assurda  io non ho cercato di fermarti, ma solamente di farti pensare a quello che era successo e l’unica cosa che sono riuscita a dirti era che, nonostante tutto, speravo che tu fossi felice.

E’ lo stesso mio proposito, è tanto tempo che non ti vedo, ma so che per un pò di tempo hai fatto rima con felicità, risate, fiducia, gioia. Lascerò Bologna a breve ma se è vero che le parole poi con il tempo si dimenticano, quello che resta è quello che è rimasto appiccicato dentro di me..Non sono mai pronta a dire arrivederci, nè alle persone, nè alle città.. vorrei che fosse delicato come un ciao.

Silenzio

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Io credo che

si impara anche dal silenzio

e andrebbe colorato

osando aprire una nuova pagina della propria vita.

E senza guardarsi indietro.

Non importa quanto mi sono fidata

tutta la gioia di condividermi

era la cosa più bella che potevo regalare,

ma era talmente delicata

che l ha uccisa il tuo silenzio.

 

 

 

 

 

La mia piccola felicità .

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Quella volta, io avevo fatto in modo che fosse perfetto, perchè poteva esserlo. L’avevo protetto con tutto quello che le mie mani potevano contenere, con tutto quello che i miei occhi potevano guardare e con tutto quello che ci poteva stare dentro a quel cuore. Non ho mai fatto cosi tanto caso a quello che vivevo dentro di me, perchè era visto da te, perchè era un racconto che ci piaceva ascoltare.  Si ha bisogno che qualcuno ci disegni con i suoi occhi, qualche volta,  per capire che ci siamo anche noi.

Arrivo a Bologna, la mia piccola felicità, finalmente casa.

Chissà dove vanno a finire tutte le parole dopo che sono state dette, forse restano dentro il posto in cui sono state liberate. La città mi parla, troppo, penso che per ora non c ‘è stato un altro posto che mi abbia visto in tutte le sfumature del cuore, dalla tristezza alla felicità estrema. Ci sono posti che parlano direttamente al sangue, e non ci si può fare nulla, solo stare in ascolto. Non so se anche le altre persone vedono queste cose, so che sono vicino alla fine di una strada, e so che non devo avere paura di quello che c’è fuori, ma non posso nemmeno sempre guardarmi indietro.

Vorrei poter dire alle persone che hanno condiviso con me una risata, un esame, un caffè, una chiaccherata, un bacio, un autobus in ritardo, grazie perchè c’eri anche te. Non sarebbe stata la stessa cosa.

 

 

Per Dono.

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Sono le pause al suo interno che danno importanza alle varie parti di una melodia. Ed è passato un po di tempo da quando ero stata qui l ultima volta, è passato tempo, aria, sole, neve, silenzio e rumore. Ma ci sono cose che, inspiegabilmente, nonostante la danza delle lancette dell’orologio e i giorni sul calendario che se ne vanno, quelle restano. Qui dentro.
Ti sento ridere da qualche parte anche se non so dove e credo che in ogni caso, penso che ci siano persone che resteranno sempre dentro qualche angolo di me.

Ci sono stati momenti in cui avrei avuto bisogno anche solo di una semplice parola bella, e allora l’ ho detta io.

Succede di avere voglia di meraviglia, ed è importante per una persona quanto il riso che mangia o l’acqua che beve, e va cercata in se stessi mentre si prova a donarla agli altri.

Ma se devo pensare ad un periodo di sole, di risate, di crescita, leggo il tuo nome.

 Avevo fatto in modo che fosse perfetto,  ma dalla favola che cercavo ho trovato invece  una lezione da imparare.

Siamo tutti delle meravigliose imperfezioni, nessuno è immune dai momenti di buio o dalle salite nella propria vita, è un viaggio e non sappiamo la strada che ci attende di fronte a noi e che è necessario ricercare, ma credo che serva anche un pò di coraggio.

Anche il coraggio di lasciare andare, che adesso non trovo, ora che sto finendo una parte importante della mia strada, vorrei poter dire grazie a chi, qualche  passo per arrivare dove sono, l’ha fatto insieme a me.