Faccio dei giri lunghissimi prima di ritornare qui, e ogni volta, non sono la stessa di prima.
Avevo molto più tempo per scrivere prima, forse perchè facevo una vita completamente diversa da quella di adesso. Ho cercato per tanto tempo un’ occasione per poter fare qualcosa per gli altri e mi si è presentata nell’ultimo posto dove credevo fosse possibile, nel mio paese. Bellissima esperienza l’accoglienza verso le persone, non c’è dubbio che si riceve più di quello che si dà, ma è come se stessi osservando la vita di qualcun altro da un finestrino del treno, e posso dire che è bella da vedere ma non è la mia. Tutto il mio percorso all’università, tutta la gioia e il dolore passato doveva portare a questo?
Ci penso spesso, quando mi ritrovo ad ascoltare le storie dei ragazzi accolti in paese, o quando mi ritrovo a scherzare con loro o a cercare di aiutarli ad imparare l’italiano. Non si sa mai dove ci porta la vita, non ci pensavo che dopo aver studiato sempre sui libri avrei dovuto imparare velocemente ad aiutare a prendermi cura nel miglior modo possibile di un gruppo di ragazzi africani. Non sono cose che si imparano da un libro, si imparano dal farle, senza chiedere nulla in cambio ma ricevendo tanto ugualmente. Ma era questo che mi stava aspettando dietro a quel mare di libri? Mi capita spesso di dover raccogliere i vari pezzi del tempo che mi è successo e cercare di capire se c’è un senso in tutto questo.
Ma poi vedere il loro sorriso mi dice che forse, da qualche parte un qualche senso c’è.