Monthly Archives: January 2013

Pace e briciole.

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Quanto rumore fa un mondo che si sbriciola?

NESSUNO.

Perchè poi comunque, si fa quello che si deve studi,corri,dormi.

Magari ridi anche. O sorridi.

Mi si strozza sempre un pò quella risata alla fine.

“Grazie,mi fai sentire felice!” oppure “Sei una persona solare” mi viene detto.

Ma maremma come posso essere solare con la mia pace in briciole tutte sparse dentro?

Non lo so.

E quando cerco di capirlo,mi ritrovo a camminare.

Mentre cerco di guardarmi dentro devo essere in cammino,è sempre stato così forse  perchè è proprio mentre mi muovo verso qualcosa che dentro di me c’è un pò di calma.

E’ sempre stato così,quello che è immobile è il pericolo più grande per me,mentre invece mi muovo verso qualcosa è come se continuamente rinascessi,e ogni volta devo conoscere quel nuovissimo lato di me che non sapevo.

E’ il mio modo di cercare la pace.

E’ un modo buono per cercare di ricomporre un disegno da seguire, o per viaggiare.

La cosa di cui mi accorgo è che il mio desiderio di essere in un altro posto diverso da quello in cui sono è sempre stato molto prepotente,ma è sempre stato anche un modo per cercare di vedere le cose in modo diverso,e l’ho sempre tenuto per mano come una cosa preziosa.

Forse è così forte perchè ho davvero molte domande

che sono in fila sui bordi degli occhi a ad aspettare una risposta. 

O forse perchè spesso, mi viene chiesto di dare un pò di colore

o di ascoltare persone che magari sono inciampate da qualche parte,

sugli angoli delle loro strade e a me fa molto piacere farlo,mi dà moltissimo,anche se 

qualche volta

si ha bisogno di sentirsi dire “non preoccuparti,va tutto bene”.

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Non mi interessa.

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Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri

e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.

Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare

di sembrare stupido per l’amore, per i sogni, per l’avventura di essere vivo.

Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato

il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita

o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.

Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo;

se puoi ballare pazzamente e lasciare l’estasi riempirti fino

alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti,

o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.

Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.

Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso,

se puoi subire l’accusa di un tradimento e non tradire la tua anima.

Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia.

Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni.

Se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.

Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio e continuare a gridare

all’argento di una luna piena: SI!

Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai,

mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due,

e fare quel che si deve fare per i bambini.

Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui,

voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere.

Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove,

voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l’ha fatto.

Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso,

e se veramente ti piace la compagnia che hai ….nei momenti vuoti.

Scritto da un’indiana della tribù degli Oriah – 1890

Grazie Davide.