Ti ricordi Neyla? Quando mi chiesero dell’ Europa e cercai di parlare dei sobborghi di Parigi e dei quartieri di Napoli,molti rimasero scettici e increduli. L’Europa è abituata a mostrare ai suoi figli le immagini negative degli altri e a farsi bella invece nei riguardi dei poveri.
Per molti bambini,l’immagine dell’Africa non va oltre il mondo fantastico di Tarzan,dei selvaggi pronti a farsi uno stufato di missionario. Per altri,la conoscenza dell’Africa si limita a quella dei bambini con la pancia gonfia di fame,con i capelli rossicci e diradati,con le ossa sporgenti sotto la pelle..
Per i più grandi,l’ Africa è quel continente che fa notizia con i suoi dittatori cannibali,le sue selvagge e sanguinose guerre “tribali”.(…) L’Africa del Biafra,del Ruanda.
L’Africa del virus Ebola e dell’Aids,l’Africa del “Restore Hope”.
Chi mai se lo aspettava,arrivando in Europa,di scoprire oltre ai grattacieli e la neve, i barboni e i quartieri popolari? Rimasi stupito la prima volta che vidi gente dormire nei tunnel del metrò e uno yoyo chiedere elemosina a me “negro”.
Mi resi ben presto conto che era fiato perso e saliva sprecata parlare degli africani che a Parigi puliscono il metrò,di quelli che si accampano da dieci a venti in un monolocale insalubre e fanno a turni a seconda dell’orario di lavoro per dividere la branda per dormire.
Mi sentii grottesco e strano nel raccontare di quelli che,finite le ferie a casa,se ne tornano ai semafori,al lungomare,alle piazze,alle loro machine scassate e ai vagoni ferroviari adibiti a dormitorio. A che pro ammonirli dei tormenti con la polizia,la questura,i permessi di soggiorno,la prostituzione?
L’attrazione per l’Europa è così “fatale” per l’Africa che la dissangua togliendole le forze vive e i cervelli del continente,perchè partono quelli più intraprendenti,fuggendo la fame e la miseria per legarsi di propria scelta a quella nuova catena della schiavitù dei tempi moderni.
L’attrazione per l’Europa sarà inevitabile,finche non ci sarà un’alternativa.
Mi ripromettevo che sarei tornato prima o poi a casa per essere una mano,fra tante altre,per aiutare il mio paese e la mia gente.
Una delle cose che mi avevano stravolto in Europa era l’indifferenza, la capacità di passare accanto a un essere umano in difficoltà e non fermarsi ad aiutarlo,anzi peggio,ignorarlo totalmente o esserne quasi infastidito.
Ho visto una volta una donna incinta fermarsi a sedere sulle scale del metrò e vedere la gente girarle alla larga,come se li ci fosse un vaso di fiori.
Magari la gente si fermerebbe più volentieri a vedere un vaso di fiori,perchè non c’è il rischio che ti chieda
aiuto,che possa invadere il quieto vivere.
Lì,in quel profumo acido,pungente e rancido della metropolitana,la folla,come un gregge di montoni correva
correva quasi spingendosi a testa bassa,i colli mezzi inghiottiti nei cappotti per ripararsi dagi spifferi
evitandola senza degnarla di uno sguardo.
L’indifferenza e la violenza sono le due matrici della disgregazione sociale perchè alimentano l’egoismo,
uccidendo il valore della solidarietà nella società umana.
-Neyla- Kossi Komla-Ebri